Claudio Cimpanelli

Recensioni

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Note di presentazione al cd Echoes from Earth a cura di Aldo Tramma
“Claudio Cimpanelli è un compositore di grande nitore. Usa una scrittura essenziale, rarefatta, suggestiva.
In Echoes from Earth con sapienza compositiva unita a rigore formale e libertà creativa, trasmette agli ascoltatori, in maniera singolare, una sorta di incanto, una suggestione profonda. Con consapevole maestria alterna sonorità evanescenti a momenti intensi e violenti.”

(Aldo Tramma, concertista – docente della cattedra di pianoforte presso il Conservatorio di Santa Cecilia in Roma)


Note di presentazione al cd Echoes from Earth a cura di Alberto Barbadoro
Questo Echoes from Earth comprende alcune delle composizioni che Claudio Cimpanelli ha realizzato tra il 1993 ed il 2004.
Due di queste hanno una origine più remota, risalendo infatti agli anni ’70, ma sono state poi ultimate in periodi successivi.
Della sua produzione ebbi già modo di ascoltare in passato altri lavori come, ad esempio, il Concerto Argentino per violoncello e orchestra, La Città Proibita per archi, Roots per pianoforte ed Hermes, per tromba e orchestra.
Anche nei brani presenti in questo disco, come in quegli altri, ho potuto percepire la testimonianza evidente di una autentica originalità di espressione poetica e di una ferma linearità intellettuale.
Varietà di atteggiamenti espressivi, molteplicità di linguaggi e di tecniche compositive, pluralità di assetti strumentali, di forme e di combinazioni timbriche: tutti elementi che, oltre a darci il senso della padronanza tecnica che Cimpanelli possiede nel trattare la materia sonora, rimandano ad un multilinguismo, nel segno di una semplicità di comprensione affatto rara ad incontrarsi. Ma si tratta, però, di una semplicità apparente!
Non ricordo, infatti, se Ennio Flaiano o Leo Longanesi “si scusavano” di aver scritto un articolo troppo lungo non avendo “avuto il tempo” di scrìverne uno più corto! Il dono della sintesi non è certo qualità frequente e di questa dote naturale Cimpanelli ne è abbondantemente ricco.
Semplicità apparente e dono dell’essenzialità sono le cifre che distinguono la musica di questo compositore che usa una lingua che si inventa continuamente di brano in brano, senza per questo essere assolutamente eclettica, ma invece funzionale alle esigenze espressive.
Infatti, nei dodici brani che costituiscono Echoes from Earth, Cimpanelli riesce a far bene aderire l’immaginazione di chi ascolta al significato intimo dei vari titoli grazie ad un fine senso di penetrazione psicologica che ha verso di essi.
Verrebbe la tentazione di riutilizzare per lui il termine Espressionismo, ma priorità storiche da una parte e timore di generare equivoci stilistici dall’altra me ne dissuadono, così come non mi rallegrerebbe l’espediente semplicistico di ricorrere al termine Neoespressionismo. Sarebbe allora forse appropriato parlare di “colloquialità”, visto lo straordinario senso del coinvolgimento immediato che questo musicista possiede nel suo raccontarsi e raccontare, trovando sempre in ciò la “parola” adatta, ora sussurrata, ora declamata, rendendo così facilmente complice e compagno di viaggio chi lo ascolta.
Pensiamo però anche a Claudio Cimpanelli come ad un compositore artefice di sonorità nitide e di pagine musicali spesso coniugate ad una epicità fortemente evocativa. Basterebbe, in tal senso, considerare la sua commovente Pater noster, di arcaica atmosfera, l’atemporalità ora serena, ora concitata di Echoes from Earth o alcuni momenti di Di materno amore, per percepirsi come calati in un affresco sonoro, quasi d’impronta metafisica, dove l’essenza di tutto è la non finitudine, l’eternità di un ordine agognato.”

(Alberto Barbadoro - Docente di Lettura della partitura presso il Conservatorio G. Rossini di Pesaro - Direttore Artistico dell’Associazione “Guido Michelli” – Amici della Musica di Ancona.)


Recensione del CD "Un inverno freddo freddo" sulla rivista COLONNE SONORE
“Alcuni anni addietro un famoso direttore d’orchestra americano, già collaboratore del rinomato Leonard Bernstein si trovò per caso ad ascoltare il M° Claudio Cimpanelli preludiare al pianoforte le note del tema principale scritto di suo pugno nel 1996 per il film Un inverno freddo freddo. Alla fine della performance, il suddetto noto direttore d’orchestra gridò tutto il suo entusiasmo dal fondo buio della sala del teatro in cui si trovavano entrambi per lavoro, estasiato dall’esecuzione e della bellezza di quel leitmotiv: il motivo è riscontrabile nella sua notevole fattura e forte carica espressivo-compositiva. Quindi, trattasi di opera pregevole di un nostro Autore che abbiamo incontrato a suo tempo (leggi intervista), che ammiriamo, ed essendo sempre alla ricerca di OST vecchie e nuove commendevoli, ci tenevamo ad introdurvi questa disamina sulla score cimpanelliana con l’aneddoto di cui sopra per meglio comprendere il valore di questa partitura. Detto ciò, se riuscirete a scovare questa colonna sonora non lasciatevela scappare di mano ed ascoltatela in pieno relax per farvi trasportare dalle sue note “povere” , come le chiama il suo stesso compositore, “ma piene di tante soluzioni musicali e strumentali che soltanto la povertà di risorse può far partorire, aguzzando l’ingegno”.
Un Inverno freddo freddo (Nastro d’Argento al regista e nomination al medesimo ai David di Donatello),una commedia divertente e ben recitata che oltre ad un affiatato cast ed una regia acuta, vede proprio nella sua OST un’intensa ed evocativa nota (mai parola fu più azzeccata!) di enorme supporto che si insinua alla perfezione tra le brillanti battute e le sue giocose immagini.
Cimpanelli crea due leitmotiv portanti, più innumerevoli divagazioni tematiche, che vivono maggiormente sul CD che nel film, dato che in questi musica ve n’è davvero poca, ma il giusto. I 18 brani dell’album sono un viaggio tra le performance ammirevoli e virtuose di musicisti, giusto per citare i più noti, quali il famoso chitarrista Fausto Mesolella (degli Avion Travel), il clarinettista Paolo Marchettini (attualmente docente presso la rinomata Manhattan School di New York), il flicornista Nello Salza. Il CD vede alla tromba, piano e flicorno lo stesso Cimpanelli, anche sul podio della Orchestra Philarmonia of Rome.
Apre la soundtrack A cold cold winter (Winter song), non usata nel film, per clarinetto solista, in cui ci viene presentato l’appassionato e malinconico tema portante di morriconiana memoria, supportato da pianoforte,flauto,violino e flicorno: un motivo bellissimo di quelli che ti fanno alzare in piedi ed applaudire!
Il successivo Anger and tears su tappeto atmosferico synth con una chitarra solista carezzevole a farla da padrone, che enuncia il secondo tema dolcemente romantico, viene ripresentato nella consecutiva versione cameristica dal sapore stravinskjano non usata nella pellicola.
L’orchestra ci conduce soavemente verso lidi sicuri su cui approdare eseguendo il tema principale in A cold cold winter (Un Inverno freddo freddo – for orchestra) che nella sua chiusa pianistica ricorda soluzioni armoniche e timbriche del migliore Stelvio Cipriani.
Jazz di classe alla Piero Umiliani in Leather jacket blues in cui sax , batteria,contrabasso, pianoforte e flicorno contrappuntano alla grande.
Someone somewhere, è uno di quei brani che fanno stringere il cuore, meraviglioso pezzo soft jazz dedicato allo straordinario Chet Baker (e si sente!) per flicorno e pianoforte con contorno virtuosistico: se amate, come il sottoscritto, il tema d’amore di Jerry Goldsmith per Chinatown non potrete non innamorarvi di questo tema!
Un ballabile d’ispirazione popolare italica ci fa festeggiare il Capodanno in “Dance for a New Year’s Eve. Il piano iniziale primeggia leggiadramente in A cold cold winter (Main titles) per poi cedere il passo alla chitarra acustica solista.
A cold cold cinter (Recollection, colours and serenade) da spazio ad un violino carico di emozionalità, dapprima in solitaria, poi aiutato dal pianoforte, che suona il tema portante in maniera sublime, fino a che la tromba solista lo echeggia raggiungendo vette emotive che soltanto i leitmotiv di Joe Hisaishi per il Cinema di Miyazaki sanno fare: questa esecuzione conferma ancor di più la stupefacente bellezza di questo Tema.
A cold cold winter (Amber embers) tormenta interiormente con le sue venature jazzistiche marcate.
Midnight waltz è un ballo liscio tipicamente nostrano.
Il lungo Tic-toc blues tocca corde blues suadenti e lascive.
A cold cold winter (Tunes for Guya) veste il tema principale di armonie tanghesche che ad un tratto divengono cantilenanti e burlesche con quel suo piano protagonista (sembra palesarsi ai nostri occhi l’Amélie di Jean-Pierre Jeunet).
A cold cold winter (Monica’s father) per chitarra e piano ci accarezza dolcemente mentre A cold cold winter (Winter song – for trumpet) (non usato nel film) assume tratti teneramente circensi e sbarazzini, con un tocco di soave grazia armonica (qui Hisaishi si congratulerebbe con Cimpanelli).
Anger and tears – for clarinet) su tappeto sintetico e clarinetto solo insiste nel farci ammirare quanto il secondo motivo sia l’altra faccia della medesima medaglia che contiene il tema conduttore: ambedue generano sentimenti di amore e solidarietà in una storia prettamente al femminile.
Il penultimo pezzo del CD, Nostalgia (dedicated to Astor Piazzolla) per piano e clarinetto solisti è un tango ardente di passione seppur cosparso di malinconia, accentuata dal sopraggiungere del violino in controcanto: bellissimo!
La chiusura è giustamente affidata all’orchestra che esegue il tema portante (A cold col winter- End titles) in tutta la sua romantica delicatezza e amorevole melanconia, apoteosi sonora di una OST stupendamente avvolgente e candidamente incantevole. Da non perdere!”

(Massimo Privitera Direttore di Colonne Sonore)

Recensione del CD "Baciami Piccina" sulla rivista COLONNE SONORE
“Claudio Cimpanelli – autore di alcune belle colonne sonore, tra cui quelle per il film di Paolo Virzì La bella vita,commenta con accorata partecipazione questa commedia dolceamara di Roberto Cimpanelli, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, con protagonisti Neri Marcorè e Vincenzo Salemme. Alla sua seconda collaborazione con il regista dopo Un Inverno Freddo Freddo, l compositore romano scrive una varietà di temi ora briosi ora drammatici, in consonanza con gli imprevedibili sviluppi della vicenda narrata nel film.
Alla prima categoria, quella ariosa e farsesca, appartengono i brani Rumba di viaggio (una scanzonata e tenera ballata che si ripete, con variazioni, lungo tutto il CD), La Topolino rubata e Fuga del commendatore (omaggi dichiarati di Cimpanelli al grande Nino Rota) e Polka dell’armistizio (festosa melodia popolare); alla seconda categoria, quella più malinconica e funesta, appartengono le tracce Compagni di viaggio (titoli di coda) (una melodia intrisa di amorevole tristezza), La lettera di Nerina (struggente per chitarra, mandolino, fisarmonica e clarinetto) e la sua variante liricamente tormentata Addio, Valzer di guerra (titoli di testa) (un nostalgico ballabile popolare per fisarmonica, chitarra e mandolino), Muri di libertà (tema che lo stesso compositore relaziona al dramma della guerra) e tutti i brani di puro commento alla tragicità degli eventi dove l’orchestra la fa da padrone: SS inseguono partigiani sul Po, Uccisione di un SS, Fucilazione di Nuvolini con la soprano Danielle Streiff che trasfigura il pezzo in puro melodramma.
Interessanti le note di Cimpanelli compositore nel libretto del CD. Una colonna sonora d’altri tempi di poetica bellezza.”

(Massimo Privitera Direttore di Colonne Sonore)

Recensione del CD "Un inverno freddo freddo" tratta da Il Mondo della Musica
“La musica di questo CD è, soprattutto, evocativa. Come ho detto nel 1994, recensendo la colonna sonora che ha scritto per un altro film (La bella vita), la musica di Claudio Cimpanelli rivela una predisposizione stilistica realmente innata e genuina. Anche in questo film le sue melodie si fondono perfettamente con il tessuto narrativo di questa storia sincera e genuina. Le sue melodie sgorgano dal cuore toccando direttamente l’anima dell’ascoltatore.”
(Helmut Laberer)

Recensione per il CD "Un inverno freddo freddo"
“L’intensità del tema principale della colonna sonora di Un inverno freddo freddo e l’immediatezza delle sue melodie blues, valzer e polka sono i convincenti complici di un tenero, ironico, particolare, autentico film”.
(Kay McCarthy – cantante folk irlandese – su RCA e Fonit – etichette internazionali)

Sulla bella vita e amici all'Italiana...
“Trovo che nelle composizioni di Claudio Cimpanelli vi sia un identificativo inconfondibile, non facile a disperdersi dalla memoria. Esse hanno una discorsività coinvolgente che si realizza mediante una timbrica raffinata, un intreccio contrappuntistico di rilievo e procedimenti melodici ed armonici alquanto particolari, sensazioni avvertite non solo in A secret tale, per quintetto di fiati – eseguito al Teatro dell’ Opera di Roma nel 1994 – e in Rem, per fagotto solo, ma anche nelle musiche composte per i film La bella vita e Amici all’ Italiana, lavori in cui, rispettivamente, vivono un sinfonismo struggente e un’ ironica giocosità nell’ ambito del linguaggio jazz che è alla base del gruppo Giasscritto da lui fondato e diretto, e con il quale abbiamo condiviso magnifici momenti”.
(Prof. Eliseo Smordoni, Primo Fagotto dell’ Orchestra del Teatro dell’ Opera di Roma)

Sulla colonna sonora di "Un inverno freddo freddo", Recensione da UnderSCores – Le magazine de la musique de film
“… Il m’a fallu pour me ressaisir, une partition plus douce, plus sucrée, signée ClaudioCimpanelli: Un inverno freddo freddo. Que la musique est belle!”
(Janus)

Recensione della colonna sonora "La bella vita" tratta da PaperBlog – Magazine Cinema
“… Ottime le musiche di Claudio Cimpanelli”
(Mattia Allegrucci)




















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